i Murales Gli sci e la slitta

Amedeo Marchetti 2005

Noi ragazzi di Azzinano giocavamo con le stagioni. Cambiava il tempo, cambiavamo noi. le stagioni ci piacevano tutte. Avevamo qualche disagio solo ad autunno inoltrato quando il sole ci ingannava cominciando a ritirarsi sempre più presto e a primavera inoltrata quando le giornate sembravano promettere bel tempo e invece, sistematicamente, all’uscita della scuola, il cielo cambiava e si metteva a piovere. Dopo la prendevamo bene, uscivamo a sguazzare a piedi nudi nelle varie pozzanghere di cui era costellata la strada, ma il momento d’incertezza tra il sole e la pioggia ci metteva addosso di solito una sorta di angustia. Non avevamo giocattoli, ma intorno a noi c’erano attrezzi, strumenti, utensili che potevano diventarlo. In mancanza potevamo fabbricarceli. erano molti, d’inverno, i giochi che facevamo sulla neve. Tra questi c’era lo sci. le canne usate sia come sci, sia come racchette andavano benissimo. Ad Azzinano la neve non mancava di certo e nemmeno le discese per scivolarci sopra. Dire che sciavamo forse è un po’ troppo, ma ci divertivamo. Il problema era duplice. le canne, strette, di solito affondavano nella neve e non volevano sentirne di lanciarsi in folli corse com’era nelle nostre aspirazioni, quando poi la neve era gelata, non facevamo in tempo a metterci sopra che già erano partite per portarci dove non volevano. Col tempo trovammo la soluzione migliore che era quella di sciare a due piedi su una canna sola che scivolava lungo un solco fatto in precedenza. Per questo la strada che andava dalla chiesa di Santa Lucia fino al bivio per Aquilano sembrava fatta apposta. Tolta una piccola curva, era quasi tutta rettilinea, larga e in pendenza quanto bastava. Le macchine non erano un problema: ne circolavano pochissime d’estate, figurarsi in inverno. Il percorso obbligato rendeva il tutto più monotono, ma ci evitava bruschi incontri fuori pista con nodosi ulivi o salti al buio dentro un fosso. Peccato non ci fossero gli impianti di risalita…